26 febbraio 2019

Il Corpo di pace risponde ad una dichiarazione rilasciata dal ministro dell'Interno albanese alla trasmissione Le Iene

"Il fenomeno delle vendette di sangue è purtroppo una realtà ancora tangibile e significativa in alcune aree dell’Albania. Non solo l'Unione Europea ma anche le stesse Istituzioni albanesi hanno riconosciuto l’esistenza del fenomeno". È quanto dichiara in una nota  Operazione Colomba,  il Corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito all'intervista del Consigliere del Ministro dell’Interno albanese alla trasmissione TV italiana Le Iene.

"Il fenomeno viola i fondamentali diritti dell’uomo, tra cui, primo fra tutti, il diritto alla vita ed ha come conseguenza anche il problema dell’auto-reclusione. Per eradicare questo problema - continua la nota - è necessario garantire la certezza della pena in quanto la sua mancanza può contribuire all’uso della vendetta di sangue come forma di giustizia privata".

Operazione Colomba , Corpo Nonviolento di Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, è presente in Albania dal 2010 per contrastare il fenomeno delle vendette di sangue. Operazione Colomba lavora attraverso la presenza fissa di volontari che quotidianamente visitano le persone coinvolte in questa piaga sociale, sostenendole e implementando percorsi di mediazione e riconciliazione tra le parti coinvolte nelle faide . 

Con riferimento alla trasmissione “Le Iene” , andata in onda sulle reti Mediaset in data 10 febbraio 2019, Operazione Colomba riporta di seguito alcune parole del Consigliere del Ministro dell’Interno albanese Hilë Lushaku: “ Attualmente non esiste questo fenomeno [...] la vendetta di sangue è il prodotto di alcune associazioni per assicurarsi fondi [...] È un fenomeno ormai passato, che all’estero viene ingigantito, per creare problemi all’Albania […] I nostri esperti stanno valutando di rivedere l’articolo che riguarda le vendette di sangue e toglierlo dal codice penale albanese ”.

 
A tale proposito, Operazione Colomba afferma che:

- il fenomeno delle vendette di sangue è purtroppo una realtà ancora tangibile e significativa in alcune aree dell’Albania (si veda www.operazionecolomba.it/docs/Report_ITA-2017.pdf  , paragrafo 3);

 - in questi anni, le stesse Istituzioni albanesi hanno riconosciuto l’esistenza del fenomeno , valorizzando il nostro operato: per esempio, nel luglio 2014 abbiamo incontrato l’ex-Presidente della Repubblica Bujar Nishani per parlare dell’implementazione della legge 9389/2005; nel marzo 2018, durante la presentazione del nostro Report triennale sul fenomeno, hanno partecipato l’Avvocato del Popolo Erinda Ballanca, la rappresentante della Commissione Esteri del Parlamento Mimi Kodheli e il Presidente del Parlamento Gramoz Ruçi. Si veda inoltre: la Risoluzione  del Parlamento albanese 2015 per la prevenzione del fenomeno della vendetta di sangue; la Legge 9389/2005  per la creazione di un Consiglio di coordinamento contro la vendetta di sangue; il Rapporto 2015 dell’Avvocato del Popolo  sul fenomeno della vendetta di sangue; la Presentazione del Rapporto 2013  dell’Avvocato del Popolo sul fenomeno della vendetta; 
- anche le Istituzioni internazionali hanno riconosciuto ufficialmente l’esistenza del fenomeno , le sue conseguenze negative e la necessità di contrastarlo, anche come condizione per la membership europea: si vedano il Report UE 2018  sull’allargamento; il Report UE 2015  sull’allargamento; il Report UE 2014  per l’allargamento; la Risoluzione del 2013 del Parlamento europeo  ;

 - è necessario garantire la certezza della pena . Come ha recentemente affermato l’Unione Europea ( Link 1  Link 2  ), il problema della corruzione è vasto e talvolta riscontrabile anche nel sistema giudiziario. La mancanza della certezza della pena purtroppo può contribuire all’uso della vendetta di sangue come forma di giustizia privata;

 - la mentalità da cui scaturisce il fenomeno è radicata in alcune aree dell’Albania e prevede che la vendetta sia ritenuta più onorevole del rispetto della vita. Semplici conflitti interpersonali si possono trasformare in faide poiché, se il torto subito viene vendicato, si possono innescare cicli infiniti di vendette. Il fenomeno viola i fondamentali diritti dell’uomo, tra cui, primo fra tutti, il diritto alla vita e ha come conseguenza anche il problema dell’ auto-reclusione. 

Per sradicare il fenomeno della vendetta di sangue servono sostegno e risorse.

Operazione Colomba prosegue con dedizione e serietà il suo impegno a fianco del popolo albanese per il superamento di questa piaga sociale. Tra le diverse iniziative promosse, attualmente Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII sta realizzando una campagna di sensibilizzazione intitolata Kund  ër Gjakmarrjes  alla quale invitiamo tutti ad aderire. 

 

Per maggiori informazioni e contatti: 
Tel. +355 69 4007283 
Operazione Colomba – Corpo Nonviolento di Pace della Comunità papa Giovanni XXIII 
www.operazionecolomba.it  – www.kundergjakmarrjes.org 
operazionecolomba.al@apg23.org