Oggi, a Sarajevo, Banja Luka, Mostar, Tuzla, Gradačac, Zenica Lukavac e Bijeljina, cittadine e cittadini scenderanno in piazza a protestare e dire “Basta!” ai femminicidi, alla violenza sulle donne e sulle minori, e chiedere alle istituzioni misure concrete a tutela delle vittime.
All'annunciato arrivo a Prijedor di autorità della Serbia - Aleksandar Vučić in testa – oggi 4 agosto, per commemorare le vittime serbe dell’operazione militare croata “Tempesta” del 1995, l’Unione degli ex deportati nei lager di Bosnia Erzegovina ha inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Ivica Dačić: venite e vi porteremo a visitare lager e fosse comuni.
Tre quarti dei cittadini dei Balcani occidentali sostiene la cooperazione regionale perché la considera positiva per le rispettive economie e concorda sul fatto che ciò che unisce i cittadini dell'area è più importante di ciò che li divide, secondo i risultati dell’edizione di quest'anno del Barometro balcanico, pubblicato dal Consiglio per la cooperazione regionale (RCC).
Prende avvio il progetto europeo "Moj Dom": un viaggio attraverso le storie di migrazione e accoglienza a trent'anni dalla dissoluzione violenta della Jugoslavia.
Il prossimo 11 luglio, come ogni anno, verranno tumulati a Srebrenica i resti delle persone scomparse nel genocidio del 1995, riconosciuti attraverso l’analisi del DNA nell’ultimo anno. Mentre a Nezuk si prepara in direzione di Srebrenica la partenza, prevista per l’8 luglio, della “Marš mira” (Marcia per la pace).
Il 29 maggio di trent'anni fa Agostino Zanotti era parte del gruppo di volontari pacifisti partiti da Brescia con un convoglio di aiuti umanitari verso Zavidovići in Bosnia centrale. Vennero assaliti da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Tre di loro, Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, vennero uccisi, Agostino Zanotti e Christian Penocchio si salvarono scappando nei boschi. L'eccidio non ha però fermato la volontà di proseguire senza interruzioni la cooperazione tra i due territori italiano e bosniaco, come dimostra il prossimo viaggio ufficiale.
L’Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina è intervenuto nuovamente con una modifica costituzionale per assicurare la formazione del governo all’interno della Federazione BiH (FBiH). Questo è stato il secondo intervento di Christian Schmidt sulla costituzione in meno di sette mesi.
È morta a Tuzla, all'età di 69 anni, Irfanka Pašagić tenace attivista e neuropsichiatra impegnata ad aiutare donne, uomini e bambini fin dal 1992 allo scoppio della guerra in Bosnia Erzegovina.
Nel 1984 la giovanissima azzurra Paola Magoni vinse l’oro nello slalom speciale alle Olimpiadi di Sarajevo, battendo grandi campionesse mondiali segnando il primo oro olimpico nella storia dello sci alpino femminile italiano. A 39 anni da quel giorno, è tornata nella capitale bosniaca per partecipare, assieme all'ex azzurro Kristian Ghedina, al “Telemach Children Speed Camp” che si svolge sul monte Bjelašnica.
Una storia triste e drammatica, una di quelle storie di guerra e di umanità lacerata. Era il 18 luglio 1992 quando dalla Sarajevo sotto assedio un convoglio di bambini partì verso l'Italia. 46 tra quelli prelevati dall'orfanotrofio di Bjelave, non sono mai rientrati in Bosnia Erzegovina: sono stati dati in adozione, nonostante genitori biologici in vita.
Ceceni e ingusci, con passaporto russo, con l'obiettivo di raggiungere i paesi dell’Unione europea, stanno utilizzando sempre più la Bosnia Erzegovina come paese di transito arrivando in aereo da Belgrado e Istabul.
Era una decisione attesa ma non scontata. I ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno dato il loro via libera alla concessione dello status di candidato alla Bosnia Erzegovina. Un gesto molto politico nei confronti dei Balcani occidentali, nel contesto della guerra in Ucraina.
La rete di donne "Nisam tražila" (Non me la sono cercata) nata nei Balcani a seguito della denuncia di violenza sessuale da parte dell’attrice Milena Radulović a carico di un suo ex docente, Miroslav Aleksić, oggi pomeriggio scenderà in piazza in diverse città della Bosnia Erzegovina, dopo l’ennesimo femminicidio, al grido di "Naš bol je vaš sram".
Il 4 settembre agli europei di pallacanestro grande sorpresa nel girone B: la squadra bosniaco-erzegovese ha sconfitto 97 a 93 la squadra slovena, un “gigante” della recente pallacanestro mondiale.
Il 22 agosto il consiglio municipale di Tuzla ha votato per assegnare ad Alexander Langer la cittadinanza onoraria post-mortem e ha proposto di dedicare spazio alla memoria del suo impegno per la pace, nell’ambito della iniziative relative agli anni 1992-1995.
A ridosso dell’anniversario del genocidio di Srebrenica, avvenuto l'11 luglio del 1995, si svolgono due serate piemontesi a sostegno della Cooperativa agricola “Insieme” di Bratunac. Una cooperativa che con i suoi "frutti di pace", e grazie al lavoro degli ultimi vent'anni, ha ricostruito ciò che la guerra aveva lacerato.
Al Cimitero militare austro-ungarico di San Giacomo, a Bolzano, si trovano diverse tombe di soldati bosniaci, contraddistinte da una mezzaluna. Si tratta di tracce presenti in diversi cimiteri della Grande Guerra del Trentino-Alto Adige/ Südtirol, testimoni della presenza tra le file austro-ungariche di reggimenti reclutati in Bosnia Erzegovina, all’epoca ormai annessa ai territori della Corona portata da Francesco Giuseppe.
A Mostar è stato devastato il memoriale ai partigiani, progettato negli anni '60 dal grande architetto e filosofo Bogdan Bogdanović, in memoria dei partigiani caduti durante la Seconda guerra mondiale. Il memoriale è stato per decenni simbolo e luogo molto amato, dagli anni ‘90 però vittima del revisionismo storico e lasciato in totale stato di abbandono e oggetto di attacchi vandalici. La devastazione recente non ha però precedenti.
Lungo la cosiddetta rotta balcanica negli ultimi anni si sono incamminati in maggioranza cittadini afghani, pakistani, siriani, iracheni e iraniani. Da qualche tempo a questa parte, un'altra comunità sta però crescendo in termini numerici: si tratta dei cubani.
Con la solita e travolgente ironia di cui i bosniaci sono capaci, anche nei momenti più bui, è stata accolta la notizia che il governo della Federazione sta considerando di imporre un limite di produzione domestica di 20 litri all'anno per i superalcolici, tra cui l'amata rakija.
Hajra Ćatić, presidentessa dell'associazione "Žene Srebrenice" (Donne di Srebrenica) è deceduta ieri all'ospedale di Sarajevo. Donna coraggio, che non ha mai smesso di cercare giustizia per vittime e superstiti del genocidio. Come suo figlio Nino, reporter che da Srebrenica sotto assedio inviava notizie via radio, scomparso all'arrivo delle truppe di Ratko Mladić.
Si inaugura domani a Sarajevo la mostra “Wake up, Europe! Support and solidarity mobilizations with Bosnia and Herzegovina and its citizens, 1992-1995” dedicata alla mobilitazione europea di solidarietà per la Bosnia Erzegovina durante gli anni Novanta. Si tratta di un progetto promosso dal Museo storico della Bosnia Erzegovina e da Memory Lab, con il supporto dell’Istituto Francese della Bosnia Erzegovina, dell’Istituto Goethe della Bosnia Erzegovina e del Fondo culturale franco-tedesco.
Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
La pandemia ha obbligato il MICT - Meccanismo residuale del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia a rinviare, oltre al processo a Ratko Mladić, anche il processo ereditato nel 2017 dal TPI a carico dei due ex funzionari dei servizi segreti della Serbia, Jovica Stanišić e Franko Simatović. Ieri, 30 giugno, la sentenza di primo grado con la condanna a 12 anni di carcere ciascuno.
Saltano, cantano, si abbracciano, urlano e ballano mettendosi in cerchio. Questa la reazione delle giocatrici della nazionale di basket della Bosnia Erzegovina che ieri sera, per la prima volta dalla sua indipendenza nel 1992, è riuscita a vincere e superare gli ottavi di finale degli europei.
Ci sono voluti vent’anni dal suo ritorno a casa, da cui era dovuta scappare nel 1992. Finalmente, venerdì scorso l’anziana signora Fata Orlović ha visto dalla finestra le ruspe che abbattevano la chiesa ortodossa costruita illegalmente nel suo giardino nel 1996. Grazie alla sentenza della CEDU che le ha dato ragione, dopo 25 anni di battaglie.
Dopo le dimissioni dell'austriaco Valentin Inzko – che ha ricoperto la carica per dodici anni – giovedì 27 maggio i paesi che supervisionano l'applicazione degli accordi di pace in Bosnia Erzegovina hanno eletto un nuovo Alto rappresentante: si tratta del tedesco Christian Schmidt, già ministro dell'Agricoltura nell'esecutivo della cancelliera Merkel, che dovrebbe entrare in carica a partire dal prossimo 1 agosto.
Nel luglio del 2020 erano stati stoccati illegalmente in un'azienda abbandonata di Drvar, ovest della Bosnia Erzegovina, 300 tonnellate di rifiuti provenienti dall'Italia. Si trattava di residui tessili di aziende dell'area di Padova.
Nei giorni scorsi Alexander Langer (1946 -1995) è stato proclamato "post mortem" cittadino onorario di Sarajevo per il suo impegno profuso nella promozione della pace e della riconciliazione in Bosnia Erzegovina.