Quasi quattro quinti dei cittadini montenegrini, il 78,5%, sono favorevoli all'adesione del Montenegro all'Unione europea, secondo un sondaggio condotto a novembre dall'agenzia De Facto per conto della delegazione dell'Unione europea.
Tre quarti dei cittadini dei Balcani occidentali sostiene la cooperazione regionale perché la considera positiva per le rispettive economie e concorda sul fatto che ciò che unisce i cittadini dell'area è più importante di ciò che li divide, secondo i risultati dell’edizione di quest'anno del Barometro balcanico, pubblicato dal Consiglio per la cooperazione regionale (RCC).
Prende avvio il progetto europeo "Moj Dom": un viaggio attraverso le storie di migrazione e accoglienza a trent'anni dalla dissoluzione violenta della Jugoslavia.
Secondo i dati resi noti dal Centro per la transizione democratica (CDT), basati sul 100% di voti scrutinati ma non ancora definitivi, il Movimento Europa adesso, (PES) ha ottenuto il maggior numero di voti, con il 26% di consensi, e avrà 23 o 24 seggi sugli 81 complessivi del parlamento montenegrino. L’affluenza si è assestata al 56% degli aventi diritto.
“Fine per un nuovo inizio” così titola Vijesti, uno dei principali quotidiani montenegrini, il giorno dopo il secondo turno delle presidenziali. Il presidente uscente Milo Đukanović, leader del Partito democratico dei socialisti (DPS) esce finalmente di scena, dopo una carriera politica di oltre trentanni in cui si è alternato tra presidenza della Repubblica e capo del governo, che lo faceva essere uno dei politici europei che per più tempo è rimasto al potere.
Dopo un calvario durato sette anni, il giornalista investigativo Jovo Martinović è stato assolto dall’accusa di traffico di droga, per pronunciamento della Corte d’appello del Montenegro.
Ieri in Montenegro i sostenitori del DPS di Milo Đukanović si sono radunati fin dal mattino davanti al palazzo del Parlamento. La situazione è rimasta tranquilla fino alla sera quando i manifestanti hanno lanciato torce infuocate e oggetti contundenti contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Un ingresso del Parlamento è stato leggermente danneggiato. La polizia ha dichiarato che gli aggressori erano mascherati. Due manifestanti sono stati portati al pronto soccorso, mentre nessun agente di polizia sarebbe rimasto ferito.
Dopo la caduta del governo di Dritan Abazović, il 20 agosto scorso, i partiti che hanno vinto le ultime elezioni politiche, il Fronte Democratico (filo-serbo, DF), i Democratici e URA, hanno ora concordato di affidare a Miodrag Lekić (Demos) il mandato di formare un terzo governo. Tuttavia non sono state ancora raccolte le 41 firme corrispondenti al numero di seggi di questi partiti in Parlamento (81).
È stato il governo più breve della storia politica del Montenegro. L’esecutivo guidato da Dritan Abazović del partito URA è durato 115 giorni in tutto. Abazović è stato il primo premier del Montenegro membro di una minoranza nazionale.
Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
Sono numerose le reazioni indignate in Montenegro rispetto all'abbattimento di un orso, la settimana scorsa, da parte di bracconieri. Il grave fatto è avvenuto a Rovca, un villaggio non lontano da Berane, nel nord del paese.
“Sono uno di voi, una persone come tante. Un uomo di famiglia, concentrato sulla mia professione, secondo alcuni anche troppo”. Così si era presentato agli elettori, durante la campagna elettorale dell'estate scorsa, Zdravko Krivokapić, il professore e ingegnere meccanico di Nikšić che – a 62 anni – è passato da perfetto sconosciuto a primo premier del Montenegro post-Đukanović.
Nonostante gli inviti giunti dalla nuova coalizione di governo, i partiti delle minoranze etniche hanno rifiutato di partecipare alla formazione del nuovo esecutivo per la prima volta dal 1998, evidenziando preoccupazioni riguardo il crescente nazionalismo.
Stamattina, dopo complicazioni respiratorie dovute al Covid-19, è morto a Podgorica il metropolita Amfilohije, leader della Chiesa ortodossa serba in Montenegro. Figura carismatica ed estremamente controversa, ha giocato un ruolo politico attivo fino alla fine.
Dopo trent'anni di potere ininterrotto, il Partito democratico dei socialisti del presidente montenegrino Milo Đukanović ha perso le elezioni tenutesi ieri e segnate da un alto tasso di affluenza. I partiti di opposizione guadagnano la maggioranza nel prossimo parlamento di Podgorica, si parla di nuovo esecutivo tecnico, ma raggiungere una formula di governo non sarà facile.
Domenica 30 agosto i cittadini del Montenegro saranno chiamati alle undicesime elezioni parlamentari da quando è stato introdotto il sistema multipartitico.
Il Montenegro ha approvato una legge che consente unioni civili tra persone dello stesso sesso. “Un passo verso la famiglia delle democrazie più sviluppate", ha commentato il presidente montenegrino Milo Đukanović.
Il responsabile montenegrino per i negoziati di ingresso nell’Ue Aleksandar Drljević si è espresso positivamente sugli effetti che la nuova strategia approvata dalla Commissione Europea potrebbe avere sulle riforme, non solo in Montenegro ma anche negli altri paesi candidati. Questo è accaduto durante l’incontro EU4ME, promosso a Podgorica il 28 febbraio con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza nel processo di integrazione europea e di diffondere un atteggiamento positivo nei confronti dell’integrazione europea. Drljević ritiene che potrebbe dare un nuovo slancio a tutti i paesi candidati, oltre che essere uno stimolo ad intensificare il lavoro in alcune aree.
Sarà la volta buona? Dopo la proposta della Commissione UE di rivedere le procedure sull'allargamento e le parziali aperture della Francia, che lo scorso ottobre aveva bloccato l'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord, l'UE e i paesi dei Balcani occidentali provano a reintrecciare i fili del dialogo.
L’emittente pubblica montenegrina (Radiotelevizija Crne Gore, RTCG) è di nuovo in allarme per la politicizzazione del servizio pubblico nel paese in seguito al licenziamento della direttrice generale, Andrijana Kadija.
Dal 1991 ad oggi Milo Đukanović è stato sei volte premier e una volta presidente della Repubblica. Con la vittoria al primo turno di domenica 15 aprile il leader del Partito democratico socialista si appresta a ricoprire il secondo mandato presidenziale.
In vista delle elezioni presidenziali, fissate per il prossimo 15 aprile, un sondaggio del Centro per la democrazia e diritti umani (CEDEM) preannuncia l’ennesima vittoria di Milo Đukanović, con oltre il 50%.
Il 15 aprile prossimo si terranno le elezioni per eleggere il presidente del Montenegro, tuttavia fino a pochi giorni fa non si sapeva ancora chi fossero i candidati alla presidenza. Un’anomalia che la stampa locale ha bollato come reality show elettorale.
Mercoledì 21 febbraio un attentatore solitario ha gettato una bomba nel cortile dell'ambasciata americana a Podgorica, per poi morire in una seconda esplosione, in quello che sembra un suicidio.
Nell'andamento dei flussi turistici in Europa, la crescita corposa e costante dei Balcani come meta di viaggi e vacanze costituisce una delle tendenze più significative degli ultimi anni. Nel periodo 2013-2016, sei sono i paesi europei dove i pernottamenti dei turisti stranieri sono aumentati ogni anno a un tasso superiore del 10%: Islanda a parte, si tratta esclusivamente di paesi balcanici (Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Kosovo e Romania). L'unico paese della regione che pare rimanere ai margini del boom turistico in corso è la Bulgaria, anche se la situazione sta cambiando.
Fino al 1889 Teodo (Tivat), affacciato sulle Bocche di Cattaro, sacca d’acqua che nel corso dei millenni ha spinto indietro la linea delle montagne montenegrine, era un villaggio come tanti altri dell’Adriatico orientale. Si viveva di pesca e agricoltura. Le varie epoche, con i loro dominatori, romani, goti, bizantini, slavi, turchi e veneziani, erano trascorse senza stravolgere troppo ritmi e abitudini del posto e della sua gente.
L'attuale primo ministro Milo Đukanović, a capo del Partito democratico dei socialisti DPS, si è aggiudicato, alle elezioni politiche tenutesi sabato scorso 36 degli 81 seggi del parlamento a disposizione.
In un rapporto del ministero dell'Economia del Montenegro viene riportato che il paese ha esportato armi nel corso del 2015 per 11.3 milioni di euro, con un aumento del 100% rispetto all'anno precedente.