Domenica 1 novembre si sono svolte in Azerbaijan le elezioni parlamentari. Nuovo Azerbaijan, il partito del presidente Ilham Aliyev, si è aggiudicato la maggioranza dei voti guadagnado 70 seggi su 125.
Non si allenta la tensione nel Nagorno Karabakh. Nello scorso fine settimana si è registrato un intensificarsi degli scontri nonostante sia in atto da anni un ufficiale cessate il fuoco.
Il 10 giugno il Parlamento europeo ha ospitato un dibattito sulla situazione dei diritti umani in Azerbaijan in relazione ai prossimi Giochi olimpici europei di Baku.
Ieri 5 maggio il PEN American Center di New York ha consegnato i premi 2015. Tra questi il premio "Barbara Goldsmith per la libertà di espressione" conferito alla giornalista investigativa azera Khadija Ismayilova. La giornalista non ha potuto ritirare il premio perché da dicembre è in carcere.
Nel Caucaso del sud la pratica dell'aborto selettivo è molto diffusa. Si stima che negli ultimi 20 anni in Armenia, Georgia e Azerbaijan non siano venute alla luce 154mila bambine.
All the World’s Futures è il titolo della Biennale d'Arte di Venezia di quest'anno. L’Azerbaijan presenterà due mostre all'Arsenale con artisti interessati a questioni sociali, politiche, ambientali.
In Azerbaijan sono iniziati i festeggiamenti per il Novruz, festa di inizio primavera dalle origini antiche, i cui rituali di celebrazione sono da ricondursi alla nascita dello Zoroastrismo.
Radio Free Europe è riuscita a visionare una bozza della dichiarazione finale del summit di Vilnius, previsto per i prossimi 28 e 29 novembre, il terzo promosso dall'Unione europea all'interno della cosiddetta Eastern partnership, con la quale l'Unione governa le relazioni con l'area ex-sovietica ai suoi confini.
Con più dell'80% dei voti scrutinati le autorità azere hanno dichiarato che il presidente uscente Ilham Aliyev ha ottenuto l'85% dei voti, garantendosi in questo modo un terzo mandato.
Sarà il gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) a portare in Europa le riserve dell'enorme giacimento “Shah Deniz” scoperto nel 1999 al largo delle coste dell'Azerbaijan sui fondali del mar Caspio.
In questi ultimi mesi vi sono stati una serie di episodi che hanno riportato ad altissimi livelli la tensione tra Armenia ed Azerbaijan. Da parte azera, la retorica è sempre più esplicitamente anti-armena e bellicosa. Sia il caso Safarov, sia la vicenda dello scrittore Akram Aylisli sono chiari esempi di questa tendenza.
Cosa unisce Belgrado e Città del Messico? Sono entrambe città che hanno statue di Heydar Aliyev, ex presidente dell’Azerbaijan e padre dell’attuale presidente Ilham.
Nel maggio scorso, alla vigilia dell'Eurovision, la BTRIB, l'operatore telefonico regionale di Baku, capitale dell'Azerbaijan, ne ha piazzati almeno cento: nelle vie illuminate del centro, alle fermate della metropolitana, nei pressi della futuristica “Crystal Hall”, costruita e inaugurata appositamente per l'evento musicale.
Nel 2004 Ramil Safarov, un ufficiale azero, era a Budapest per partecipare a un corso di inglese organizzato dalla Nato. Ha ucciso con 16 colpi d'ascia Gurgen Margaryan, un altro partecipante, mentre quest'ultimo dormiva nella sua stanza. Safarov era lucido, l'omicidio volontario e premeditato, l'omicida impenitente. Il movente? Margaryan è armeno. La giustizia ungherese l'ha condannato all'ergastolo, esplicitamente escludendo per l'efferatezza del crimine provvedimenti che riducessero la pena a meno di 30 anni.
Tutto in un minuto e raccontato da giovani registi tra i 12 e i 20 anni. Si tratta del progetto, sostenuto da Unicef , The OneMinutesJr che nei primi mesi di quest'anno ha organizzato i suoi workshop in Armenia e Azerbaijan.