T.D.Francesco

segue:
"Il parlamento serbo bosniaco ha respinto in settimana le misure di Lajcak
perché "incostituzionali e contrarie all'accordo di pace di Dayton", che
pose fine alla guerra interetnica del 1992-1995. Ma il Consiglio di
Implementazione della Pace (potenze occidentali e Russia) ha appoggiato
Lajcak. Poi però autonomamente la Russia ha preso una posizione contraria,
esprimendo "profonda preoccupazione" per la situazione in Bosnia - il
ministro degli esteri Lavrov ha informato anche al segretario di stato Usa
Condoleezza Rice.
Come prevedono gli accordi di pace di Dayton, la Bosnia è divisa in due
entità a tutti gli effetti con tutti i poteri di stato: l'entità serbo
bosniaca, la Republika Srpska, e la Federazione croato-musulmano.
Ma la comunità internazionale sta spogliando le entità della maggior parte
delle loro prerogative statali a favore di uno stato centrale e i
serbo-bosniaci vedono nelle misure di Lajcak passi ulteriori in questa
direzione.
Il premier serbo-bosniaco Milorad Dodik, moderato e protagonista della
cacciata dalle istituzioni del super-ricercato Radovan Karadzic, ha promesso
che i rappresentanti serbi si ritireranno da tutte le istituzioni di stato
se le misure di Lajcak non saranno ritirate e le dimissioni di Spiric sono
il primo passo.
La vicina Serbia ha appoggiato Dodik e i serbo-bosniaci.
Ne sono seguite le dure reazioni dei leader musulmani di Sarajevo e una nota
diplomatica di cinque ambasciatori occidentali, tra cui l'Italia