Ciao

Mi risulta anche che, per parte paterna, ho remotissime origine siciliane e che una trisnonna materna era certamente serba (che Dio la fulmini!).
Il fatto è che delle mie origini come di quelle di qualsiasi altro in ultima e buonissima analisi non me ne frega niente.
Nemmeno del pensiero politico di mio zio, megaglia d'argento al valor militare, mi frega nulla. Era stato allevato in una famiglia socialista, era, dicevano, il più intelligente e bravo, divenne un militante fascista e andò a combattere come ufficiale in Croazia.
Conservo le lettere di quanto era appena giunto a Fiume e scriveva dei "barbari slavi" con la tipica arroganza di chi si sente discendente del grande Impero Romano.
Nel tempo modificò profondamente il suo atteggiamento fino a giungere ad un profondo rispetto per un popolo che definisce fiero e coraggioso.
Fu ferito in una azione di guerra vicino Plitvice e perse le gambe e le braccia.
Rimpatriato, il regime volle portarlo in giro per scuole e simili come fulgido esempio di eroe fascista ma ciò che diceva non era affatto in linea. Restituì la tessera fascista.
Fu lasciato muorire di setticemia, esiliato in un sanatorio sul lago Maggiore.
Pagò con la vita i suoi errori così come oggi la Croazia paga per i suoi.
Suo fratello, mio padre, decise di sposare una croata e così nacque quel gran bastardo che ti scrive e che se una sola cosa ha imparato nella vita e che per volgere il mondo verso il suo aspetto positivo le radici vanno accettate ma anche superate.
Sulla Croazia vorrei dirti che è paradossale che una nazione così intollerantemente fiera della propria identità (pensa al rapporto con gli austriaci, gli ungheresi, gli sloveni, i serbi, gli italiani nel corso della storia degli ultimi secoli) oggi si senta soffocare nell'isolamento internazionale, di questo oggettivamente i Croati possono accusare solo se stessi e il percorso di "espiazione" probabilmente non sarà breve. Io spero comunque che la Croazia riesca ad innestare la retromarcia molto rapidamente perchè è un popolo che sa aprirsi tanto quanto sa chiudersi e ha i mezzi linguistici e culturali per farlo verso tutta Europa.