La memoria e il presente

Capisco e rispetto lo spessore del dibattito sollevato dall'articolo. Vorrei solo citare un episodio avvenuto ai primi degli anni 90'. Ricordo mia madre al telefono con la sua più cara amica, serbo-montenegrina. L'ho vista alterarsi poche volte nella vita ma quella volta finì per sbattere giù il telefono. Era sommersa da pacchi pieni di aiuti umanitari che si apprestava a portare in una Croazia sotto assedio. (Mi sembra che dal 91' al 97', quando è morta, abbia organizzato e quasi sempre portato personalmente 55 carichi umanitari). Chiesi spiegazioni e mi disse che ... le aveva detto di non sporcarsi le mani aiutando quegli sporchi ustascia ... che quello che stava avvenendo era la giusta punizione per Jasenovac. Mia madre non aveva nulla a che spartire con gli ustascia ... anzi. Ma come ogni persona sensata andava oltre quei deliri vergognosi. Prima di morire mi chiese di portare una rara moneta montenegrina alla sua amica., cosa che feci con riluttanza. Ho messo anni per capire cosa aveva voluto dire.
Quando leggo Jasmina mi viene sempre in mente questo episodio e non ho altro da aggiungere.