Giustizia per tutti

La chiave per interpretare correttamente la vicenda sta nei tempi dell'operazione.
Se per la riconquista della Krajina fossero occorsi due-tre mesi allora sarebbe legittimo parlare di eroica e sofferta vittoria per la riconquista della piena sovranità nazionale, con inevitabile corollario di morti e devastazioni da entrambe le parti.
Ma 36 ore per conquistare 10.000 Kmq di territorio, spesso impervio, indicano chiaramente che l'azione era frutto di accordi politici con la classe politica allora dominante in Serbia, e attualmente inquisita.
Pertanto, i morti, le distruzioni, gli esodi e i saccheggi potevano essere evitati, limitando l'azione al controllo territoriale, nel rispetto della specificità culturale della regione e alla ricerca dei responsabili materiali dei bombardamenti delle città costiere.
Così come a Srebrenica, l'azione militare seguì l'accordo politico stravolgendone il significato, comunque discutibile, e scaricandosi indistintamente su cittadini inermi.
Ai responsabili politici attuali compete la responsabilità di ripristinare pienamente i diritti di questi cittadini.