10 febbraio

Ho alcune cose da eccepire. Si tralascia il corso degli eventi per cui "chi semina vento, raccoglie tempesta". Gli italiani hanno commesso dei crimini; ma i comunisti jugoslavi hanno fatto di peggio. La loro reazione è stata spropositata. So che una certa parte di slavi lasciò la Venezia Giulia dopo l'annessione all'Italia, in forza del trattato di Versaglia e di Rapallo, ma non mi risulta che si trattasse di 350 mila persone. Posso concordare che il documentario della Regione Veneto è gravemente reticente sulle violenze fasciste, che non si possono e non si devono negare. Ma se parliamo di Gonars, Cighino, S.Lucia d'Isonzo, dobbiamo parlare anche dell'Isola Calva, dove tanti comunisti italiani 'deviazionisti' furono torturati e uccisi. Le ambizioni, del tutto assurde, degli slavi sulla Venezia Giulia risalgono già all'epoca delle trattative di pace dopo il 1918, non furono solo istigate dal fascismo. La repressione fascista, inoltre, non portò quelle conseguenze irreparabili che invece solo la persecuzione slavo-comunista avrebbe comportato; e, parallelamente, sul piano giuridico, non si può mettere sullo stesso piano un tentato omicidio con un omicidio premeditato e attuato. Se 28 mila su 31 polesani han lasciato la loro città, vuol dire che è in atto contro gli italiani una persecuzione, mascherata da epurazione di elementi fascisti.
Con molta cordialità.