Cambiamento cognomi

Condivido quanto scritto dal Sig. Renzo Nicolini.
Tuttavia mi permetterei di fare alcune osservazioni sul cambiamento dei cognomi.
Il cambiamento dei cognomi iniziò già ai tempi dell'occupazione militare italiana, sotto il comando del Gen. Petiti di Roreto.
Questi, a istanza degli interessati, italianizzava i cognomi avvalendosi di decreti imperiali (avete letto bene!!: era applicata la legislazione austriaca, che fu abrogata nel 1929, tranne il Libro fondiario).
Successivamente (1925) fu esteso alla Venezia Giulia un decreto legge valido solo per il Trentino.
In generale venivano italianizzati i cognomi di tutti i pubblici dipendenti, che da un giorno all'altro si trovavano sul tavolo di lavoro un foglio da firmare, in cui era scritto che chiedevano liberamente (sic) di cambiare cognome.
Dovevano cambiare cognome i dipendenti di aziende il cui titolare era iscritto al partito fascista o ai sindacati fascisti.
Esistevano tuttavia zone franche, come quella dei lavoratori marittimi, fra i quali c'era mio padre, che non cambiò mai cognome, a differenza dei suoi due fratelli.
Probabilmente le Capitanerie di Porto erano sotto la protezione di D'Annunzio, il quale non voleva che nessuno rompesse le scatole ai suoi protetti. Mi sembra che ci sia stata una legge fascista che intimava ai lavoratori marittimi ad adeguarsi alle direttive del regime.
Se qualcuno ne sa di più lo scriva.
Saluti
Dario Bazec