Un rimedio peggiore del male


Negrin si rende conto di aver fatto, storicamente parlando, un fiasco colossale e cerca di rimettere il latte in bottiglia, ma, nel frattempo, questo sì è ormai inacidito.
Sono tali e tanti gli strafalcioni accumulati nella sua fiction che il tentativo di silenziare le polemiche risulta addirittura patetico, a meno che il regista non sia completamente all'oscuro dei fatti di cui ha trattato.
Quando afferma di aver raccontato una storia privata Negrin dimentica le scene in cui si vedono città totalmente deserte, in cui la popolazione è stata completamente deportata e, visto che racconta una storia privata, vorrei sapere dove ciò si è verificato (fatta pur salva la finzione televisiva).
Risibile è la giustificazione del prete che dice:"abbiamo sbagliato tutti, abbiamo sparso tutti del sangue", un'affermazione talmente blanda da scomparire, oltretutto annegata in diluvio di immagini e voci di tutt'altro tenore.
Risibile è pure l'accusa di nazionalismo rovesciata su croati e sloveni. Lo stesso Negrin afferma che:"la responsabilità è grandissima anche da parte dei fascisti". A parte il fatto che dal film ciò non lo evincerebbe neanche un negromante, di cosa parla Negrin? di fascisti? e da dove vengono i fascisti? Sono i fascisti su marte di Guzzanti?
Suscita, poi, ilarità l'affermazione che i soldati sono sbandati dell' 8 settembre! Quì si che bisogna riscrivere i libri di storia! Altro che i giapponesi nella giungla! Abbiamo soldati che stanno alla macchia, sospesi tra partigiani rossi, bianchi, reparti della RSI, tedeschi, ustascia croati per quei pochi giorni che vanno dall'8 settembre 1943 ai primi di maggio del 1945!
In definitiva si può tranquillamente affermare, senza voler entrare nei giudizi storici di merito, e proprio nel rispetto della tragedia subita in prima persona da chi ha vissuto quei tragici eventi, che quelle che Negrin racconta non sono storie, ma storielle.