Si conclude un anno non facile nelle relazioni fra la Georgia e i secessionisti di Abkhazia e Ossezia del sud, supportati dalla Russia. Il quadro regionale è ostile a forme di distensione, la negoziazione ristagna e gli incidenti anche letali sono in aumento
Sono passati oltre trent'anni dal conflitto georgiano-osseto. Le relazioni tra le due popolazioni, deteriorate da quegli eventi, si ricostruiscono oggi attraverso le nuove generazioni per superare confini e identità
Lo scorso 12 luglio si è tenuta la 58sima sessione delle Discussioni internazionali di Ginevra, un formato di diplomazia e colloqui creato dopo la guerra russo-georgiana del 2008. Tuttavia, complice anche il nuovo assetto internazionale, i margini di questa iniziativa sono sempre più stretti
A 15 anni dal cessate il fuoco le conseguenze della guerra russo-georgiana gravano ancora pesantemente. Il dramma odierno è soprattutto per chi cerca di attraversare quella che secondo Tbilisi è una normale linea amministrativa e che invece per le secessioniste Abkhazia e Ossezia del Sud è un confine di stato
Nella Georgia indipendente, da inizi anni '90 in poi, le discriminazioni nei confronti delle minoranze locali hanno portato in molti ad andarsene. Ciononostante qualcuno resiste. La storia di alcuni anziani nei villaggi di Chvebari e Gadamshi
Le misure adottate per contrastare la diffusione del covid prima, quelle dai secessionisti filo-russi poi per recidere i legami con Tbilisi e la guerra in Ucraina stanno portando Abkhazia e Ossezia del Sud ad un sempre maggiore isolamento
Con l'annuncio della mobilitazione parziale dei riservisti russi, fatta dal presidente Vladimir Putin ormai un mese fa, molti cittadini dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia hanno temuto di dover andare al fronte a causa della loro doppia cittadinanza
L'invasione dell'Ucraina ha portato al centro dell'attenzione mondiale l'interventismo militare russo nelle aree dell'ex-Unione sovietica: un processo che ha però radici profonde, e che dal 2008 riguarda in modo particolare i paesi del Partenariato Orientale
Era quasi tutto pronto per il referendum che avrebbe consentito l'unificazione dell'Ossezia del Sud alla Federazione russa. Tuttavia nell'ultimo periodo il quadro è cambiato, sia da parte russa che da parte ossetina e il tutto si è risolto in una maggiore integrazione senza annessione
L'8 maggio scorso si è tenuto il ballottaggio per le presidenziali in Ossezia del Sud, elezioni non riconosciute dalla Georgia e dalla comunità internazionale. Il nuovo presidente sarà Alan Gagloev, leader dell'opposizione, un neofita della politica, uscito dalle fila del KGB locale
Giovedì 28 aprile si terrà il ballottaggio per le presidenziali in Ossezia del Sud. A sfidarsi in una gara elettorale che la comunità internazionale non riconosce, il presidente uscente Bibilov e il veterano della guerra russo-georgiana Alan Gagloev. Sullo sfondo un possibile referendum di unificazione alla Russia
Il 10 aprile si vota per la presidenza dell’Ossezia del Sud. La piccola repubblica secessionista georgiana si è dichiarata indipendente nei primi anni ’90 ed è stata riconosciuta come stato indipendente da Mosca e un pugno di altri stati dopo la guerra russa georgiana del 2008. Un voto che sarà all’ombra di tutti i fantasmi dell’aggressione all’Ucraina
Se i secessionisti di Abkhazia e Ossezia del Sud festeggiano il riconoscimento russo di Donetsk e Lugansk, la Georgia ribadisce l'integrità dell'Ucraina. L'Armenia dal canto suo si trova in una difficile situazione, alleata di Mosca ma con buoni rapporti con Kiev. L'Azerbaijan invece si coordina con la Turchia
Abkhazia, Ossezia del sud, Nagorno Karabakh. Sono numerose nel Caucaso del Sud le dispute territoriali aperte. Quali le conseguenze di confini non riconosciuti da tutte le parti in causa?
A fine ottobre si vota in Georgia per le politiche, con una nuova legge elettorale che ha virato prepotentemente sul proporzionale. Intanto è crisi politica in Ossezia del sud
Nei sondaggi d'opinione effettuati in Georgia l'integrità territoriale è sempre stata uno dei temi più sentiti. Ma i dati di un sondaggio del 2019 di Caucasus Barometer mostrano che sempre più cittadini in Georgia sono aperti al compromesso con i territori separatisti
La Georgia non può continuare a vedersi esclusivamente come vittima nei conflitti separatisti che la riguardano. Occorre ripartire dal riconoscere le proprie responsabilità e dallo sforzarsi di guardare il conflitto con gli occhi di chi sta dall'alta parte del confine
Górecki ha trascorso anni in Caucaso, viaggiando da una parte all’altra della regione e ascoltando le storie dei suoi abitanti. La sua trilogia caucasica è un piacere da leggere. Un piacere in buona parte negato a chi non può leggere in polacco
Da 11 anni la comunità internazionale media i rapporti tra Georgia e sue regioni secesioniste nel tavolo Discussioni Internazionali di Ginevra (GD). Ma l'ultimo incontro tra le parti ha evidenziato distanze che si stanno acuendo. A farne le spese, le comunità locali
Un bilancio della situazione al confine tra Georgia e le regioni de facto di Abkhazia e Ossezia del Sud, dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. Report di Amnesty International
Avviare iniziative con una regione non riconosciuta significa riconoscerne l'indipendenza? Per l'analista politico Thomas De Waal no, ed anzi isolare gli stati de facto porta ad esiti peggiori che non avviare relazioni con essi
L’Unione europea e altri attori internazionali dovrebbero sostenere pazientemente le dinamiche positive emerse nel contesto degli stati de facto post-sovietici in questi ultimi mesi. In questo contesto, nuovi approcci di ricerca possono fornire spunti utili
Dieci anni dopo la guerra tra Georgia e Russia nell'Ossezia del Sud è tempo di adottare un approccio sfumato ai conflitti nello spazio post-sovietico. Le soluzioni pragmatiche e umane che riconoscono l'agire locale sono la via da seguire
A dieci anni dalla guerra russo-georgiana, l’indipendenza delle due regioni secessioniste è stata formalmente riconosciuta dalla Siria. Plauso di Mosca, critiche dall'Unione europea
Le autorità de facto di territori contesi quali Transnistria, Abkhazia e Ossezia del Sud offrono servizi alla popolazione in buona parte grazie all’aiuto economico di Mosca. Un contributo all’Atlante Geopolitico Treccani 2018
L’11 gennaio si è inaugurato l’anno di presidenza italiana presso il Consiglio Permanente dell’Osce. Uno sguardo su attività e meccanismi in cui si troverà ad operare, nell'area post-sovietica, la presidenza italiana
In seguito alla guerra russo-georgiana del 2008 l’Ue ha avviato una serie di politiche mirate a sviluppare una collaborazione con Abkhazia e Ossezia del Sud, incontrando però l’opposizione della Georgia
Tre sono i paesi non riconosciuti, o solo parzialmente riconosciuti, nel Caucaso del Sud: l’Abkhazia, l’Ossezia del Sud, il Nagorno-Karabakh. Per tutti, il 2017, è anno di elezioni. Una rassegna