Il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoğlu sta muovendo tutto il suo corpo diplomatico per la liberazione degli 80 cittadini turchi sequestrati nella città settentrionale irachena di Mosul. Tra gli ostaggi anche il console a Mosul e, secondo rapporti che circolano nei media turchi, anche tre donne e due bambini.
Ancora una larga vittoria elettorale per il premier turco Recep Tayyp Erdoğan e il suo Partito per la Giustizia e lo sviluppo (AKP), nonostante l'onda lunga delle proteste di Gezi Park e dello scandalo corruzione che ha diviso il paese a partire dallo scorso dicembre.
La Turchia ha bloccato giovedì sera l'accesso a Twitter. Solo poche ore prima, il premier Recep Tayyip Erdoğan aveva pronunciato in un comizio elettorale a Bursa - in vista delle ormai prossime amministrative - parole minacciose verso il social network: "Elimineremo Twitter e simili alla radice. Non m'interessa quello che potrà dire comunità internazionale".
A due anni dagli ultimi incontri bilaterali, ripartono oggi a Cipro i negoziati per la riunificazione dell'isola, divisa dal 1974 tra le comunità greco-cipriota e turco cipriota. Ad incontrarsi, in un aeroporto dismesso nella buffer-zone controllata dall'ONU, saranno Nicos Anastasiades, presidente della Repubblica di Cipro e Derviş Eroğlu, leader della Repubblica turca di Cipro nord, riconosciuta soltanto da Ankara.
E' battaglia in Turchia sul progetto di emendare la discussa legge 5651, approvata nel 2007, che regola l'utilizzo della rete e sanziona i delitti commessi su internet. Una battaglia sfociata lo scorso 18 gennaio in disordini in piazza Taksim, ad Istanbul, con centinaia di manifestanti dispersi dalla polizia anche con cannoni d'acqua e lacrimogeni.
Cadeva nel novembre del 1989 il muro di Berlino, ma di muri da quel crollo ne sono stati eretti molti, l'ultimo in Turchia dove, proprio in questi giorni, è iniziata la costruzione di una barriera alta due metri sovrastata da filo spinato che correrà lungo l'esteso confine con la Siria (900km) e, secondo Ankara, eviterà infiltrazioni di contrabbandieri e miliziani.
In questi giorni tristi in cui si allineano le bare delle persone naufragate a Lampedusa, riprendo tra le mani un libro per ricercare una poesia di Abdulla Goran.
Nuovi scontri stanno infiammando le piazze turche a quattro mesi dall'inizio delle proteste di Gezi Park. Il movimento di protesta è sceso in piazza dopo la morte del 22enne Ahmet Atakan ad Antiochia.
Atice ha quindici anni. Mentre ci prepara il tè, nella tenda panciuta dove vive con la famiglia, parla senza sosta, ostentando un fare sicuro. Siamo sulle falde del monte Karadağ, antico vulcano spento e oggi terra di pascolo che domina la provincia di Karaman, in Turchia centrale. Poi, però, all'improvviso Atice s'avvampa di rosso per la timidezza, e nasconde il viso tra le mani, con un gesto da bambina.
Martedì scorso gli stati membri dell'Unione Europea hanno concordato la ripresa dei negoziati per l’adesione della Turchia, anche se soltanto a ottobre.
Al dodicesimo giorno di protesta la polizia entra in piazza Taksim con lacrimogeni e in assetto anti guerriglia. Una parte dei manifestanti ha risposto con lanci di sassi e bottiglie incendiarie.
La Turchia in queste ore è ancora percorsa dalle manifestazioni di piazza ma la protesta ha una cassa di risonanza che amplifica le voci sia all'interno del paese che all'estero.
Erano circa una trentina le aziende italiane presenti alla Fiera internazionale dell'industria della difesa (Idef), svoltasi a Istanbul dal 7 al 10 maggio scorso.
Due autobombe sono esplose nella giornata di sabato nella città turca di Reyhanlı a circa 20 chilometri dal confine con la Siria. Le vittime sono 46 e i feriti sono oltre un centinaio.
“In passato, le nostre pazienti volevano labbra piene, guance sporgenti, nasi minuti: tratti che ricordassero quelli delle cantanti libanesi Haifa Wehbe e Nancy Ajram. Noi del settore, parlavamo di 'stile alla diva libanese'. Negli ultimi anni, però, le donne arabe vengono in clinica portando in mano foto di Beren Saat e Tuba Büyüküstün. Attraverso la chirurgia plastica, vogliono somigliare proprio a loro”.
Il 20 marzo del 2003 iniziava la guerra in Iraq. A dieci anni di distanza, secondo un'analisi del Washington Post, sembra che la Turchia sia tra i principali beneficiari della battaglia per il mercato iracheno.
Non era mai accaduto dal “grande scisma” tra le chiese d'Occidente e d'Oriente, avvenuto nel lontano 1054 d.C. Stamattina, alla cerimonia di intronazione di papa Francesco I attualmente in corso in Vaticano, tra gli ospiti arrivati da tutto il pianeta siederà anche Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli.
Il numero dei profughi siriani potrebbe raddoppiare o triplicare entro il 2013 se l'aumento del flusso continuerà a mantenere il tasso attuale. Lo ha detto l'alto Commissario dell'Onu per i rifugiati, Antonio Guterres.
La lotta (libera e greco-romana), uno degli sport nobili ereditati dalle olimpiadi classiche, è destinata a sparire dal programma di quelle moderne, a partire dal 2020. La decisione, presa dal comitato esecutivo del CIO non è definitiva, e dovrà essere ratificata dall'assemblea il prossimo settembre. Le speranze di salvare la lotta, però, sembrano ridotte al lumicino.
Siamo alle battute finali: i giannizzeri di Mehmet Fatih (Maometto il Conquistatore) hanno lanciato l'ultimo e decisivo assalto alle mura di Costantinopoli. Il comandante generale della difesa, il genovese Giovanni Giustiniani Longo è ferito per la seconda volta e si ritira. Ogni speranza è persa, inizia il fuggi-fuggi e la razzia della città prostrata: sull'Impero romano d'Oriente cala l'ultimo tragico tramonto.
Tre donne curde sono state uccise ieri a Parigi con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Le donne si trovavano nei locali di un istituto culturale curdo nel centro della capitale.
Il comando delle forze NATO ha annunciato che le manovre per il dispiegamento delle batterie di missili Patriot in Turchia hanno avuto inizio. Stati Uniti, Germania e Olanda stanno avviando il trasporto dei contingenti per via aerea e marittima.
Secondo la profezia Maya il 21 dicembre 2012 due saranno i luoghi nel mondo in cui trovare scampo dalla catastrofe finale, il villaggio francese di Bugarach e Şirince in Turchia.
Di nuovo tempesta sull'Impero ottomano. O meglio sulla rappresentazione del più famoso dei suoi sultani, Solimano il Magnifico, nella telenovela “Muhteşem Yüzyıl” (Il secolo magnifico), dove il “Padisha”, più che a guerreggiare e governare l'immensità dei suoi possedimenti, è intento soprattutto a destreggiarsi tra le donne che popolano il suo harem nel palazzo di Topkapı.
Il conflitto siriano rischia ogni giorno di sconfinare nei paesi vicini e in particolare in Israele e Turchia mentre la fuga dei civili oltreconfine è incessante. L'emergenza siriana e il problema dei profughi sono stati temi dell'incontro a Roma del 12 novembre tra il ministro degli Esteri turco Davutoğlu e l'omologo ministro Terzi.
Dopo Turchia, Macedonia, Kosovo, Albania, Croazia e Serbia, negli ultimi mesi è sbarcato in Bosnia, Montenegro, Grecia e Bulgaria. Solimano il Magnifico (Süleyman Kanuni), il più grande tra i sultani discendenti da Osman, è tornato nei Balcani. Stavolta, però, le sue armi di conquista non sono giannizzeri e cannoni, ma cospirazioni di palazzo e intrighi amorosi.
Le forze armate turche, secondo l'annuncio del premier Recep Tayyip Erdoğan, hanno colpito alcuni obbiettivi in territorio siriano per rappresaglia contro il lancio di proiettili di mortaio che ha causato la morte di civili in territorio turco.