Articolo campagne acqua

di Christian Elia

I casi dell’overturism in Albania e dell’inquinamento per la produzione di batterie elettriche in Indonesia: due casi solo apparentemente lontani

Cosa unisce i contadini della valle della Shushica in Albania e i popoli nativi della provincia di North Maluku in Indonesia? Potreste pensare nulla, ma non è così. Non solo sono unite tra loro, queste due comunità, ma lo sono anche a tutte e tutti noi.

Perché il diritto all’acqua, che dal 2010 le Nazioni Unite riconoscono come naturale estensione del diritto umano alla vita così come è difeso dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è elemento chiave della vita, così come la sua difesa.

Non solo l’accesso all’acqua potabile, ma anche la difesa delle riserve idriche da speculazioni e inquinamento. Ecco che quel che sembra lontano, all’improvviso, non lo è più.

In Albania, da tempo, una comunità si batte contro un progetto che devierebbe per sempre il corso del fiume – Shushica – attorno al quale da sempre ruota la sua vita. Una decisione che il governo di Tirana ha preso senza consultare la comunità locale e in deroga al riconoscimento del fiume Vjosa come parco naturale. Quel che si discute, in punta di diritto, è se anche il fiume Shushica (affluente della Vjosa) sia da ritenersi tutelato o meno dalla delibera che istituì la riserva. Per il governo no, per i cittadini sì.

Ma al di là dell’aspetto legale, per la comunità dei villaggi e dei borghi lungo la valle del fiume – una comunità di oltre 50mila persone in totale – è inaccettabile perdere la loro forma di sostentamento per un intervento che è volto solo ad aumentare l’offerta d’acqua per la regione costiera di Himare, ogni anno sempre più meta di turismo internazionale.

Hanno iniziato a battersi, a organizzarsi, a rilanciare le loro azioni di protesta sui social media. Hanno organizzato manifestazioni a Tirana, hanno iniziato a coinvolgere attivisti da tutto il paese e dall’estero, grazie al supporto di organizzazioni locali come EkoAlbania e internazionali come Save the Blue Heart of Europe.

Perché qual è l’idea di sviluppo che vogliamo immaginare? Sulla carta il turismo è una forma di economia sana, se però tiene conto dell’impatto territoriale di grandi flussi di visitatori. Ecco che la domanda d’acqua, in estate, per un giro d’affari importante per l’Albania, che viene presentato come ‘sostenibile’, non lo è per il paese (se non è gestito) e non lo è per la comunità di una valle che da quel fiume trae la vita per i pascoli e per l’agricoltura.

“Se saremo costretti a emigrare, perché perderemo la nostra fonte di vita, che sviluppo sarebbe?”, si chiede Ilia, maestro elementare e tra i leader della protesta.

Un po’ la stessa domanda che, dall’altro capo del mondo, si pone Adlun, portavoce del popolo indigeno Sawai di Halmahera, Indonesia, che si è filmato nelle grotte calcaree del sacro fiume Sagea per chiedere al mondo: “Perché il prezzo delle batterie elettriche con il quale volete riparare ai danni all’ambiente che avete fatto li dobbiamo pagare noi?”.

Infatti i Sawai sono in lotta contro numerose compagnie minerarie, come la Weda Bay Nickel (in parte di proprietà della società francese Eramet), che stanno devastando i loro territori ancestrali e inquinando il loro fiume.

Adlun è il coordinatore della coalizione #SaveSagea, che si batte per proteggere il fiume Sagea e contribuire a mettere in sicurezza il territorio e i mezzi di sostentamento del popolo Sawai, oltre che la vicina popolazione indigena incontattata Hongana Manyawa della foresta pluviale, che stanno lottando contro l’estrazione di nichel per le batterie dei veicoli elettrici.

E anche quello della produzione delle batterie elettriche, sulla carta, sembra un’economia indirizzata verso una svolta sostenibile, ma a che prezzo? Grazie anche al sostegno internazionale di Survival International, oggi, si può aiutare queste comunità a difendere il loro territorio e alcuni importanti partner del progetto si sono ritirati.

Un progetto come Lungo le Vie dell’Acqua nasce dalla consapevolezza che fiumi, torrenti, laghi sono il fulcro attorno al quale nascono comunità, si sviluppano relazioni, attività economiche, agricole, comunitarie, artistiche. L’acqua per le comunità è fonte di energia, sostentamento, biodiversità, bellezza, ma anche risorsa limitata e preziosa. Per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e dalla scarsità idrica, serve una nuova visione comune, locale e globale, del rapporto con le risorse del territorio, approccio chiave per uno sviluppo armonioso e sostenibile.

Ecco perché, sia attraverso una serie di storie e di attivisti nel mondo, con due serie di podcast, oltre che con il sostegno alle campagne della Shushica e del fiume Sagea, si è dato corpo e racconto a vicende che sembrano differenti, ma si tengono tutte assieme.

Anche nel corso del webinar dedicato del 22 gennaio scorso si è riflettuto su come bisogna generare informazione e consapevolezze, per rendere la cittadinanza attiva, a livello locale e globale. Difendere l’acqua da logiche di una errata concezione di sostenibilità, o dall’idea che lo sviluppo possa ignorare i diritti e le memorie e le risorse delle comunità locali.

E di come sia fondamentale essere consapevoli che, in fondo, è sempre la stessa battaglia, di tutte e tutti. Per questo bisogna connettersi e fare rete, informarsi e attivarsi, per un processo che può accadere in qualsiasi luogo come a casa nostra, ma che ha sempre un unico fine: difendere il diritto all’acqua, la risorsa più preziosa – e più scarsa – per la vita.

Puoi rivedere il webinar “LUNGO LE VIE DELL’ACQUA: DIFENDERE NEI TERRITORI LOCALI UN DIRITTO GLOBALE” qui sotto:

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Pubblicato il: Gennaio 31st, 2025Tags: , ,
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