Il fiume Tara in Montenegro che scorre

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Montenegro, il fume Tara © Travel Faery/Shutterstock

L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano universale, ma in diverse parti del mondo non viene rispettato o viene minacciato. Un diritto che attiviste e attivisti dei Balcani si sono impegnati a difendere. In occasione della Giornata mondiale della Pace, abbiamo lanciato un percorso progettuale che prevede la realizzazione di podcast dedicati al tema. 

L’acqua è da sempre un modo di leggere il mondo. Comunità, clima, economia. Vita, in una parola. Dall’acqua dipendono grandi sistemi antropici e piccole storie di sopravvivenza.

Kruščica è un piccola cittadina in Bosnia Erzegovina. Il fiume che la attraversa le ha dato il nome e da sempre serve la comunità così come provvede all’approvvigionamento idrico delle città limitrofe di Zenica e Vitez.

Il progetto originario parlava di creare un’area naturale protetta, ma solo la lotta coraggiosa di un gruppo di donne di Kruščica ha salvato il fiume. Nel 2018, con una modifica del piano regolatore, iniziarono gli scavi per la costruzione di due impianti idroelettrici che minacciavano di alterare le condizioni di vita degli abitanti. Queste donne hanno presidiato il fiume, impedendo il lavoro delle ruspe, sono state arrestate e portate in tribunale, ma alla fine hanno vinto.

Questa è solo una delle vittorie che, dall’Albania alla Serbia, piccole comunità nella regione hanno portato avanti, con un movimento che cresceva di giorno in giorno e si metteva in rete, grazie anche al lavoro di network della campagna “Save the Blue Heart of Europe”.

Mai come in questo periodo storico, però, l’acqua – risorsa per eccellenza – è in una fase critica. Un quadro che è emerso con forza nell’ambito della conferenza UN 2023 Water Conference  del marzo scorso a New York.

Oltre 100 paesi non sono sulla buona strada per avere risorse idriche gestite in modo sostenibile entro il 2030, una minaccia globale per la sicurezza alimentare, la salute, la crescita economica e l’ambiente. Il rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’ONU, il panel internazionale di esperti che studiano il cambiamento climatico e i suoi effetti, pubblicato a marzo 2023, ha confermato questo allarme.

La soluzione per evitare le catastrofi che un ulteriore innalzamento della temperatura potrebbe portare, secondo gli esperti, dovrebbero essere rapide e incisive. Si legge nel rapporto che la finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti si sta rapidamente chiudendo.

Le attività umane, allo stato attuale, hanno comportato un innalzamento di 1,1 gradi della temperatura globale. A 1,5 gradi il processo innescato diventerà irreversibile, e secondo alcuni esperti già lo è. Le misure drastiche che andrebbero prese a livello governativo sarebbero necessarie, quindi, non tanto a invertire la tendenza, ma a evitare un ulteriore peggioramento dello stato di cose. Il primo passo – se ne parla da sempre – è il raggiungimento della neutralità carbonica, ovvero immettere nell’atmosfera tanti gas serra quanti quelli che vengono rimossi (ad esempio, piantando alberi).

Ma quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra, secondo il report? Diminuzione dei pesci nei mari; calo della produttività delle aziende agricole a causa della siccità o degli allagamenti; moltiplicarsi di malattie infettive; frequenza aumentata di eventi meteorologici estremi; Riduzione della sicurezza alimentare. Un punto molto importante tocca gli oceani: il riscaldamento delle acque e l’acidificazione degli oceani ha dei forti impatti sulla pesca e sull’allevamento ittico. Inoltre, la scarsità dell’acqua inizia ad essere importante in moltissime regioni del mondo.

A questo aspetto, che genera una pressione senza precedenti sulla risorsa acqua, si aggiungono quelli legati alle attività speculative che – a maggior ragione in una fase nella quale si prevede una sempre minore disponibilità di acqua – porta realtà della finanza mondiale ad accaparrarsi risorse idriche. Un processo noto come watergrabbing, che avanza in parallelo a meccanismi di ‘privatizzazione’ delle risorse idriche, passando per tutte quelle grandi opere che comportano un impatto su fiumi, laghi e altre risorse comuni.

Proprio il report di IPCC, però, aiuta a capire come in realtà ogni singolo cittadino possa fare la differenza. A tutti i livelli. Un punto essenziale è quello che riguarda proprio l’utilizzo dell’acqua: secondo l’IPCC è necessario imparare a stoccare correttamente le riserve idriche e ripristinare a livello ambientale gli ecosistemi acquatici. Non solo: per evitare eventi gravi come inondazioni e allagamenti, sarebbe necessario un uso consapevole del suolo e un ripristino delle foreste, capaci di drenare il terreno e assorbire l’acqua in eccesso. Questo agendo a livello locale, ma anche globale.

Il progetto “Lungo le vie dell’ACQUA: Ambiente, Cultura, QUAlità di Vita per Educare alla Cittadinanza Globale  ” nasce proprio in questa logica. Dai comuni di Rovereto, Cuneo e Mantova, e alle varie azioni sui territori, si passa a due serie di podcast che verranno prodotte e saranno pubblicate in occasione di ‘giornate’ speciali: la Giornata mondiale dei Diritti Umani del 10 dicembre prossimo, e la Giornata mondiale dell’Acqua del 22 marzo 2024, a cura del giornalista Christian Elia.

La prima serie, in cinque puntate, racconterà le storie di difensore e difensori dell’acqua. Con questo si intende donne e uomini che ogni giorno, e spesso pagando un grande prezzo, si battono per la difesa di ambienti incontaminati, per la difesa del diritto all’accesso all’acqua, contro fenomeni di watergrabbing.

La seconda serie, sempre in cinque puntate, guarderà più ad aspetti geopolitici dell’acqua, mostrando come spesso l’acqua sia una risorsa contesa, a volte con la forza, e che la scarsità sta ampliando lo spettro delle tensioni internazionali globali tra stati.

Il tutto, sempre, con particolare attenzione alla dimensione di genere. L’accesso all’acqua rappresenta a livello globale un terreno di disuguaglianza tra uomini e donne: come riportato da Women for Water, le donne si trovano in prima linea per la raccolta dell’acqua nel mondo, ma sono anche tra le difensore più attive dell’acqua. Emblematico, a titolo di esempio, è il caso dell’attivista Berta Caceres, ambientalista e protettrice del fiume Gualcarque, assassinata in Honduras. E il ruolo che donne come le cittadine di Kruščica hanno avuto nelle battaglie vinte nei Balcani.

Proprio per la centralità che nella lotta in difesa dell’accesso all’acqua stanno avendo i Balcani, a questi due percorsi di racconto, ne verrà affiancato uno di informazione e sostegno a gruppi di cittadine e cittadini che si battono per l’acqua. Un focus particolare sarà riservato alla campagna spontanea “Save the blue heart of Europe  “, un network di realtà che si confrontano, si aiutano e si battono per i contesti locali.

L’accaparramento dell’acqua e il tema dell’accesso universale all’acqua sono peraltro temi rilevanti per i cittadini europei, come dimostra la recente Direttiva UE 020/2184 sull’acqua potabile  , che mira ad offrire “acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l’UE, in risposta alle richieste di oltre 1,8 milioni di Europei che hanno firmato la prima Iniziativa europea dei cittadini di successo, “Right2Water  “, a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile sicura”.

Nello spirito di integrare le relazioni tra le realtà della cittadinanza attiva nei territori coinvolti nei progetti e con quelle che verranno raccontate nei podcast e con le campagne che verranno aiutate a farsi conoscere si punta a creare un circuito virtuoso di impegno civile e informazione, oltre che di responsabilizzazione critica rispetto all’uso della risorsa più importante: l’acqua.

Ripreso da: https://www.balcanicaucaso.org/aree/Italia/Lungo-le-vie-dell-acqua-227372 

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Pubblicato il: Settembre 29th, 2023Tags: , ,
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