Sabato 24 agosto a Mostar si tiene una delle tappe di tuffi "Red Bull Cliff Diving", che vedrà i migliori atleti del mondo lanciarsi nelle acque della Neretva dallo "Stari Most", il Ponte Vecchio. Si potrà seguire la diretta streaming su Red Bull Tv a partire dalle 14.30.
Immobilità politica e stagnazione economica sono i due fattori che spingono la popolazione della Bosnia Erzegovina ad andarsene. Si tratta di un trend diffuso in buona parte dei paesi della regione. In Bosnia la dinamica va a sommarsi ai precedenti esodi causati dalla guerra.
Il 26 giugno scorso la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa , Dunja Mijatović, nell'ambito della sessione estiva dell'Assemblea parlamentare tenutasi a Strasburgo, ha presentato la mostra “Srebrenica – Mothers’ long fight for justice”, accanto alle rappresentanti dell'Associazione delle Madri di Srebrenica e Žepa (Udruženje Pokret Majke enklave Srebrenica i Žepa ) e a Thomas Hammarberg, ex Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
A Vienna, domenica scorsa, si è tenuta una manifestazione per chiedere giustizia per David e Dženan, due giovani bosniaci uccisi in situazioni poco chiare e per cui i genitori chiedono giustizia.
Nel 2013, secondo l'ultimo censimento, la Bosnia Erzegovina aveva perso più di un quarto della popolazione del 1991. Dal 2013, l'esodo è continuato. Tanto che in Republika Srpska, una delle due entità che costituiscono la Bosnia Erzegovina, gli edifici scolastici vengono trasformati in case di riposo.
“In Bosnia Erzegovina il Pride avverrà spontaneamente, come espressione di insoddisfazione di un gruppo sociale e una forma di lotta. Le persone scendono in strada quando sentono la necessità di denunciare i problemi con cui sono costrette a confrontarsi”, così spiegava Emina Bošnjak, direttrice del Sarajevski otvoreni centar, organizzazione non governativa impegnata nella promozione e nella difesa di gruppi vulnerabili, tra cui donne e minoranze sessuali e di genere, in un'intervista riportata sulle pagine di Deutsche Welle . A qualche mese di distanza, lo scorso lunedì, è stato annunciato alla stampa bosniaca che il prossimo 8 settembre Sarajevo ospiterà il primo Pride nella storia del paese.
Alle ore 15.00 di oggi la corte d’appello del Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (MICT) ha dichiarato l'ex leader dei serbo-bosniaci durante il conflitto in Bosnia Erzegovina Radovan Karadžić colpevole di genocidio e crimini contro l'umanità condannandolo al carcere a vita. La sentenza è stata emessa da una corte formata da 5 giudici e presieduta da Vagn Prüsse Joensen.
“Klinac iz geta”, il ragazzo del ghetto, è il titolo della canzone scritta da David Dragičević e che ha accompagnato tutte le manifestazioni di protesta di chi chiedeva giustizia per la sua uccisione. La famiglia ha deciso di riesumarne il corpo e di portarlo via dalla Bosnia Erzegovina per seppellirlo in Austria.
“I governi europei sono complici di respingimenti sistematici, illegali e spesso violenti e delle espulsioni collettive di migliaia di richiedenti asilo negli squallidi e pericolosi campi profughi in Bosnia Erzegovina” scrive Amnesty International in un rapporto reso pubblico oggi, dal titolo “Pushed to the edge: Violence and abuse against refugees and migrants along Balkan Route”.
Dopo 35 anni è tornata a Sarajevo la fiaccola delle Olimpiadi. La sera di domenica 10 febbraio si è aperto lo European Youth Olympic Festival 2019, allo stadio "Ferhatović Hase" conosciuto popolarmente come stadio Koševo.
Nella città di Sarajevo sotto assedio da quasi due anni, il 5 febbraio 1994 morirono 68 persone e 142 rimasero ferite. Sono i numeri della prima strage di Markale, il mercato coperto del centro di Sarajevo.
Tre mesi dopo le elezioni di ottobre 2018 e il loro insediamento, i tre presidenti bosniaci sono questa settimana a Bruxelles. Šefik Džaferović, Željko Komšić e Milorad Dodik sono in disaccordo su tutto – dalla formazione del nuovo governo all'adesione alla Nato - ma assicurano di avere un obbiettivo comune: ottenere quest'anno lo status di paese candidato all'Ue.
Oggi a Sarajevo è morto all’età di 71 anni Zdravko Grebo, intellettuale punto di riferimento fin dagli anni ‘90 dell’opposizione ai nazionalismi che portarono la ex Jugoslavia alla dissoluzione violenta. Docente di diritto all'Università di giurisprudenza di Sarajevo, nel 2002 fu uno dei primi firmatari dell’appello di Osservatorio Balcani “L’Europa oltre i confini”.
Il 28 gennaio 1994 tre giornalisti della Rai di Trieste, Marco Luchetta, Dario D'Angelo e Alessandro Ota erano arrivati Mostar est per realizzare un reportage sui bambini vittime della guerra in ex-Jugoslavia. Una granata li colpì davanti a un rifugio mentre intervenivano per salvare un bambino. Anche quest'anno si svolgerà a Mostar una commemorazione in loro ricordo.
Lo scorso 6 settembre 22 europarlamentari avevano presentato un'interrogazione rivolta alla Commissione europea sulla drammatica situazione dei migranti presenti sul territorio bosniaco e sulle violenze perpetrate dalla polizia croata. La risposta è arrivata due giorni fa.
Tra le prime cose che ha intenzione di fare Milorad Dodik, appena eletto alla presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina con la tornata elettorale del 7 ottobre scorso, vi è la nomina del regista Emir Kusturica come consigliere del presidente. Lo ha rivelato lo stesso Dodik in un'intervista pubblicata dal belgradese Večernje novosti.
Il Museo olimpico di Sarajevo era dedicato alla memoria delle Olimpiadi invernali del 1984. L'edificio venne distrutto durante la guerra degli anni '90 ma le sue collezioni non andarono perse.
Hatidža Mehmedović, la presidente dell'associazione "Udruženja Majke Srebrenice" (Associazione delle Madri di Srebrenica) è morta domenica 22 luglio dopo una lunga malattia. Hatidža, che nel genocidio di Srebrenica ha perso il marito, due figli, il fratello e altri familiari, è tornata lì a vivere nel 2003 e con l'associazione fondata con altre donne come lei, ha lottato senza sosta.
La crescita esponenziale di progetti che prevedono la costruzione di dighe nella penisola balcanica minaccia corsi d’acqua incontaminati, procando gravi danni ambientali e alterando gli ecosistemi della regione.
Il presidente turco Recep-Tayyip Erdoğan ha tenuto ieri a Sarajevo un comizio elettorale in vista delle elezioni presidenziali che si terranno in Turchia il prossimo 24 giugno.
Il governo della Republika Srpska, una delle due entità costitutive della Bosnia Erzegovina, ha chiesto che i confini del paese vengano controllati maggiormente, con un incremento della polizia, per bloccare il passaggio di migranti.
Kruščica è un villaggio nei pressi di Vitez, in Bosnia Erzegovina, attraversato dall’omonimo fiume. Il corso d’acqua, cruciale per l’approvvigionamento idrico delle città limitrofe di Zenica e Vitez, doveva diventare un’area naturale protetta, ma le cose non sono andate così.
“Orgogliosa, infinitamente felice e grata a tutti i sostenitori! Questa è la Bosnia Erzegovina che vince!” Così Dunja Mijatović ha commentato su Twitter la sua elezione a Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Finalmente, e per la prima volta da quando lo scrittore e poeta Božidar Stanišić ha lasciato la Bosnia Erzegovina nel 1992, è stato pubblicato un suo racconto in lingua originale.
Condanna all'ergastolo per l'ex comandante dell'esercito serbo bosniaco, colpevole di genocidio e complicità in genocidio per i fatti di Srebrenica, crimini contro l'umanità, deportazione, persecuzione. E' la sentenza di primo grado pronunciata oggi, 22 novembre, dalla Corte del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja presieduta dal giudice Alphons Orie.
I media dei paesi del sud-est Europa hanno seguito attentamente la cronaca del referendum catalano, sottolineando come la questione "indipendenza" sia decisamente delicata. Particolarmente accanito il dibattito sui social media bosniaci.
Una proposta di legge, che mira a sospendere la segregazione nell'educazione, è stata depositata al Parlamento federale dal deputato Dennis Gratz la primavera scorsa. Se fosse adottata, questa legge permetterebbe agli studenti bosniaci, croati e serbi di frequentare le stesse classi con l'eccezione delle materie cosiddette 'identitarie' quali la lingua, la religione e la storia.
Nell'andamento dei flussi turistici in Europa, la crescita corposa e costante dei Balcani come meta di viaggi e vacanze costituisce una delle tendenze più significative degli ultimi anni. Nel periodo 2013-2016, sei sono i paesi europei dove i pernottamenti dei turisti stranieri sono aumentati ogni anno a un tasso superiore del 10%: Islanda a parte, si tratta esclusivamente di paesi balcanici (Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Kosovo e Romania). L'unico paese della regione che pare rimanere ai margini del boom turistico in corso è la Bulgaria, anche se la situazione sta cambiando.