"Un giornalista senza macchie, un satirico senza rivali, un santo senza religione – questo era Predrag Lucić". Apre così l'articolo del quotidiano croato Novi List in memoria di questo grande giornalista morto ieri, 10 gennaio, all'età di 53 anni dopo una lunga malattia.
L'Associazione croata dei giornalisti (HND) ha organizzato per oggi, 6 novembre, una commemorazione in ricordo di Jasna Babić. Tra le più rinomate giornaliste d'inchiesta nel paese è morta il 31 ottobre scorso dopo una lunga malattia.
Il 22 settembre scorso l'ex proprietario del gigante Agrokor ha annunciato pubblicamente che avrebbe citato in giudizio lo stato croato sia a livello nazionale che, se necessario, internazionale. Ivica Todorić accusa il governo di nazionalizzazione illecita e spoliazione di beni e ha qualificato come “cattiva gestione” il lavoro di Ante Ramljak, l'amministratore chiamato d'urgenza a salvare, dal fallimento, il più grande gruppo economico privato croato.
I media dei paesi del sud-est Europa hanno seguito attentamente la cronaca del referendum catalano, sottolineando come la questione "indipendenza" sia decisamente delicata. Particolarmente accanito il dibattito sui social media bosniaci.
Nel mese di luglio la Croazia ha moltiplicato per venti - passando indicativamente da 12 a 270 euro - una tassa sui controlli fitosanitari su una serie di prodotti agricoli provenienti da paesi non-Ue.
Nell'andamento dei flussi turistici in Europa, la crescita corposa e costante dei Balcani come meta di viaggi e vacanze costituisce una delle tendenze più significative degli ultimi anni. Nel periodo 2013-2016, sei sono i paesi europei dove i pernottamenti dei turisti stranieri sono aumentati ogni anno a un tasso superiore del 10%: Islanda a parte, si tratta esclusivamente di paesi balcanici (Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Kosovo e Romania). L'unico paese della regione che pare rimanere ai margini del boom turistico in corso è la Bulgaria, anche se la situazione sta cambiando.
Veniamo a sapere di Lubenizze (Lubenice), un antico borgo di pietra in cima a un colle dell’isola di Cherso (Cres), con vista memorabile sul mare, dal libro Il leone di Lissa. L’autore, Alessandro Marzo Magno, ripercorre i viaggi in Dalmazia di Alberto Fortis. Abate, padovano, nel ‘700 ebbe il merito di raccontare queste terre all’intellighenzia europea.
Due episodi drammatici hanno segnato la Giornata mondiale dei migranti - 18 dicembre - in Serbia e Croazia. Vicende che destano forte preoccupazione per la situazione dei migranti nella regione.
Domenica 16 ottobre la rete principale della televisione pubblica croata (HRT1) ha trasmesso il primo episodio di Novine, attesa serie tv croata incentrata sulle vicende di un importante quotidiano croato tra pressioni politiche, corruzione e potentati economici.
I primi dati resi noti dalla Commissione elettorale centrale, a scrutinio terminato, danno in testa alle elezioni tenutesi domenica in Croazia l'Hdz, che ha ottenuto 61 seggi dei 151 disponibili nel Sabor, parlamento croato.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato in veste di ospite d'onore al vertice di “Brdo-Brioni” che si è tenuto a Sarajevo sabato 28 e domenica 29 maggio.
Dario Fo, Premio Nobel per la Letteratura, è tra i firmatari dell'appello lanciato ieri dall'EGAM – European Grassroots Antiracist Movement “No alla banalizzazione dei discorsi revisionisti del governo croato”.
Prosegue l’opera di messa in discussione della libertà di stampa in Croazia da parte delle autorità pubbliche. Dopo la sospensione dei finanziamenti ai media no-profit, prima decisione assunta dal controverso ministro della Cultura Zlatko Hasanbegović, seguita dall'imposizione di cambi al vertice della televisione pubblica, questa volta è il principio della libertà d’opinione a essere messo in discussione in seguito all’aggressione ai danni del giornalista e scrittore Ante Tomić, avvenuto a Spalato il 31 marzo scorso.
I giudici del Tribunale dell’Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia hanno assolto in primo grado il leader del Partito radicale serbo Vojislav Šešelj per tutti i capi d’accusa che gli venivano contestati. Su Vojislav Šešelj pendevano accuse di crimini contro l'umanità, deportazione della popolazione non-serba nei territori della Regione autonoma della Vojvodina, della Bosnia Erzegovina e della Croazia e, inoltre, omicidio, tortura, violazione degli usi e costumi di guerra, distruzione indiscriminata di villaggi e devastazione.
Se è vero che il cibo unisce, in Croazia grazie al progetto "Taste of Home – Okus Doma" sono andati ben oltre, creando, grazie alla cucina, delle relazioni tra cittadini locali e rifugiati ma dando anche avvio ad un percorso di indipendenza economica dei rifugiati.
A poche settimane di distanza dalla pubblicazione del report del Centro per la Pace di Lubiana a proposito di violazioni dei diritti dei rifugiati, l'omologo croato ha compiuto una denuncia simile.
Dalla mezzanotte di ieri, la Slovenia non permette più il transito attraverso il paese a migranti privi di un valido documento di viaggio, ovvero di un passaporto con visto Schengen.
La Croazia è intenzionata ad inviare l'esercito a presidiare i confini per far fronte alla crisi rifugiati. L'annuncio fatto mercoledì scorso dal primo ministro Tihomir Orešković ha suscitato le reazioni delle associazioni che nel paese si occupano di diritti umani e che denunciano la decisione come “incostituzionale” e “pericolosa per i cittadini croati”.
L'associazione Are you Syrious? nasce a Zagabria nell'estate del 2015 quando il primo grande flusso di rifugiati, provenienti soprattutto dalla Siria, cominciò ad utilizzare la rotta balcanica per raggiungere l'Europa.
"Da grande voglio fare la guardia di frontiera lungo il Dragogna", si dicevano scherzando i giovani sloveni negli anni '80. Venne poi l'indipendenza della più settentrionale delle repubbliche jugoslave, e il fiume Dragogna si trasformò davvero nella nuova linea di confine tra Slovenia e Croazia.
“Sono convinta che in futuro sarà necessario costruire un qualche tipo di barriera o ostacolo fisico [alla frontiera]. Ma non affrettatevi a fare confronti con Srebrenica o con i campi di concentramento [...]. Mi piacerebbe evitarlo, ma non vedo in che altro modo sia possibile difendersi”.
Uno sminatore è morto, un altro è risultato gravemente ferito in un incidente avvenuto lunedì nella Croazia centrale. L'Agenzia nazionale per lo sminamento ha reso noto che stavano lavorando allo sminamento di un terreno minato nel corso del conflitto 1991-95.
Da alcuni mesi Slovenia e Croazia sono ritornate a confrontarsi sui loro contenziosi relativi alle frontiere marittime e su terraferma. La Croazia ha infatti bloccato nel luglio scorso la procedura di arbitraggio che era stata avviata tra i due paesi.
La Croazia e la Bosnia si preparano al possibile aumento degli arrivi di rifugiati una volta che l’Ungheria avrà completato la barriera sul confine con la Serbia, sconvolgendo così le rotte di migrazione.
La rete ecologista SOS za Jadran (SOS per l'Adriatico) ha ottenuto pochi giorni fa un altro importante sostegno alla propria campagna contro il progetto governativo di trivellazioni in Adriatico.
Gli ambientalisti dei paesi frontalieri – Italia e Slovenia – hanno fatto rallentare negli ultimi mesi la corsa all'oro nero nell'Adriatico ma il governo di Zagabria ha accelerato, da parte sua, i suoi piani “on-shore”, nell'est del paese.
Stefano Lusa, nostro corrispondente dalla Slovenia e giornalista di Radiocapodistria, ha recentemente accompagnato dodici tra diplomatici, politici e giornalisti in un viaggio della memoria verso l’Isola nuda. L'iniziativa era promossa dall'associazione “Goli Otok – Ante Zemljar” che si propone di istituire un memoriale sull’isola che fu il gulag di Tito.
Il ministero dell'Ambiente della Repubblica di Slovenia ha inoltrato ufficiale richiesta al governo croato di aprire un tavolo di consultazione transfrontaliera dedicato alla Valutazione strategica ambientale del programma di Zagabria sulle trivellazioni in Adriatico.
I progetti di trivellazione dell'Adriatico sono stati formalmente aperti a dibattito pubblico da parte del governo croato. Ma un vero dibattito è possibile?