E' stato tenuto senza ulteriori incidenti, e ha regalato non poche sorprese, il secondo turno delle elezioni amministrative in Kosovo che ieri, domenica 1 dicembre, ha interessato le 25 municipalità (su 38) in cui nessuno dei contendenti era riuscito a prevalere al primo turno.
Turarsi il naso, turarsi gli occhi, turarsi la bocca: ecco il destino dei sostenitori dei principi dello stato di diritto e dei diritti umani in Kosovo.
Tranquilla e senza incidenti la ripetizione del voto per l'elezione del sindaco di Mitrovica nord. Affluenza poco superiore al 22 percento. Eventuale ballottaggio il 1° dicembre
I fuochi d'artificio sono finiti, i manifesti possono essere tirati giù e i cittadini del Kosovo sono ancora in uno stato di spossatezza post-elettorale.
Con una breve nota, diffusa martedì 2 luglio, l'ufficio della presidente Atifete Jahjaga ha annunciato che le prossime elezioni amministrative in Kosovo si terranno domenica 3 novembre.
“Crimini di guerra contro la popolazione e violazione dell'integrità fisica e della salute dei civili imprigionati nel campo di detenzione dell'UÇK situato nel villaggio di Likovc/Likovac”. Nuove accuse per membri di spicco dell'UÇK , il disciolto Esercito di Liberazione del Kosovo, accusati la settimana scorsa dai procuratori della missione europea EULEX di aver abusato di civili nel giugno 1998.
Sono scesi in 20mila nelle strade di Mitrovica per dire “no” all'accordo sulla normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina. La risposta dei serbi del Kosovo settentrionale all'intesa della settimana scorsa era prevedibile. E infatti, ieri mattina, è arrivata puntuale.
Dopo 14 ore di negoziati a Bruxelles i primi ministri di Kosovo e Serbia, Hashim Thaçi e Ivica Dačić, se ne sono ritornati a casa un'altra volta senza accordo. Belgrado e Pristina si rimandano la responsabilità del fallimento.
Nel 2008, per me, sono state una grande scoperta. Sono le Alpi albanesi. Ci ero stato telecamera alla mano per filmare la ricerca di un gruppo di linguisti.
“Non possiamo accettare questo accordo, ma vogliamo riaprire subito i negoziati con Pristina”. Il governo serbo, per voce del premier Ivica Dačić, ha rigettato ieri la proposta di accordo sulla normalizzazione dei rapporti con il Kosovo mediata dall'Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri Catherine Ashton.
“Il divario tra le parti è ora molto stretto, ma resta profondo”. Questa l'istantanea dell'ottavo e inconclusivo round di negoziati sulla normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Serbia e Kosovo fatta da Cahterine Ashton, Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri.
Si incontrano oggi per la settima volta a Bruxelles le delegazioni di Pristina e Belgrado, guidate dai rispettivi premier Hashim Thaçi e Ivica Dačić. Obiettivo: giungere ad un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo.
Cartelli stradali, cassonetti e i cestini per l'immondizia, tabelle di negozi, taxi e trasporto urbano, forme e linee di tombini e semafori, necrologi affissi sui muri, forma e disposizione delle fermate di tram e autobus, idranti, baracchini dei fast-food ai lati di strade e piazze.
Ieri sera a Bruxelles, alla presenza dell'Alto rappresentate per la politica estera UE Catherine Ashton, i presidenti di Serbia e Kosovo Tomislav Nikolić ed Atifete Jahjaga si sono stretti la mano e hanno dialogato allo stesso tavolo per circa un'ora.
Col passare del tempo, le questioni legate a guerra e dopoguerra in Kosovo lasciano faticosamente spazio a temi diversi: spinte, dinamiche e fratture rimaste a lungo nel cono d'ombra del conflitto etnico.
Con una scarna dichiarazione al New York Times, lo scorso 10 gennaio, la direzione del fondo d'investimento statunitense “Albright Capital Management” ha reso noto il proprio ritiro dalla gara di privatizzazione della PTK, società di telefonia pubblica kosovara.
Pristina: bambini giocano sulle lettere d'acciaio alte tre metri del monumento "NEWBORN", inaugurato esattamente cinque anni fa il 17 febbraio 2008, alla dichiarazione d'indipendenza del Kosovo. Agosto 2011
Ai margini estremi del cimitero ortodosso/cattolico di Pristina, una tomba del 1944 porta testimonianza della presenza in città della comunità ebraica, oggi scomparsa. Agosto 2011.
Hashim Thaçi e Ivica Dačić, primi ministri di Serbia e Kosovo, si sono incontrati ieri a Bruxelles per la terza volta nell'ambito del dialogo bilaterale facilitato dall'Alto rappresentante europeo per la politica estera Catherine Ashton.
Il Tribunale per i crimini nell'ex-Jugoslavia dell'Aja ha assolto Ramush Haradinaj, ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) ed ex premier dalle accuse di violazione delle leggi e usanze di guerra. Assolti anche i coimputati Idriz Balaj e Lahi Brahimaj. Haradinaj può tornare in Kosovo da uomo libero
28 novembre 1912. Valona. Dopo aver dichiarato l'indipendenza dell'Albania, Ismail Qemali fa sventolare la bandiera con l'aquila nera bifronte in campo rosso, emblema già usato quattro secoli prima da Giorgio Castriota “Skanderbeg”.
Procede a tempo di record la costruzione dell'autostrada in Kosovo. La "Rruga Dr. Ibrahim Rugova", naturale proseguimento delle quattro corsie che già connettono la costa albanese al confine col Kosovo (e che dovrebbero arrivare al confine con la Serbia, a Merdare) è ora completata fino a Duhël, poco dopo Suharekë/Suva Reka.
Dopo Turchia, Macedonia, Kosovo, Albania, Croazia e Serbia, negli ultimi mesi è sbarcato in Bosnia, Montenegro, Grecia e Bulgaria. Solimano il Magnifico (Süleyman Kanuni), il più grande tra i sultani discendenti da Osman, è tornato nei Balcani. Stavolta, però, le sue armi di conquista non sono giannizzeri e cannoni, ma cospirazioni di palazzo e intrighi amorosi.
Salvo Cannizzo, ex-sergente dell'Esercito italiano, è morto l'altro ieri all'età di 36 anni per un tumore contratto nel 2006. Secondo le denunce che fece negli ultimi mesi, la causa della malattia era l'esposizione alle radiazioni e alle nanoparticelle delle bombe all'uranio impoverito (DU) usate dalla Nato in Kosovo nel 1999.
Momento storico? Coraggio? Opportunismo politico? La stretta di mano tra l'ex presidente serbo Tadić e il premier kosovaro Thaçi, avvenuta la scorsa settimana a margine del “Croatia summit” di Dubrovnik, ha scatenato reazioni contrastanti.