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Che genere di cooperazione internazionale!

Venerdì 22 settembre si è tenuta presso la sala conferenze della facoltà di Economia e Management la conferenza “Che genere di cooperazione! L’approccio mainstreaming di genere e diversità nei progetti di cooperazione internazionale, ricordando Giorgia Depaoli”. 

Durante l’incontro si è ripreso il concetto di genere, distinto da quello di sesso, in quanto costrutto sociale che determina relazioni di potere in un determinato contesto, in particolare tra uomini e donne. Questo influenza i progetti di cooperazione internazionale, che devono riuscire ad integrare questo approccio per promuovere l’uguaglianza e progredire verso l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, dedicato proprio all’uguaglianza di genere e all’empowerment di donne e bambine. La mancata adozione di tale approccio non porta all’ideazione di progetti “neutri”, bensì di progetti che rafforzano il dominio maschile all’interno dei contesti in cui è considerato come normale e non rimesso in discussione criticamente.

Oltre all’Agenda 2030, altri strumenti ci aiutano a fornire una base e legittimare l’azione, anche in contesti di cooperazione complessi: dall’agenda ONU “Donne, Pace, Sicurezza” al Gender Action Plan dell’Unione Europea, si moltiplicano i documenti e le policies che aiutano – e vincolano – ad inquadrare e concretizzare l’azione. 

Proprio la cornice europea fornisce ai progetti di cooperazione internazionale un terreno fertile per sviluppare progetti che integrino un approccio di genere: tale approccio è infatti trasversale nella maggior parte dei progetti finanziati, misurato e valutato. Questo offre la possibilità per una crescita delle organizzazioni che operano nel contesto della cooperazione internazionale, ma rappresenta anche una sfida in termini di declinazione concreta del gender mainstreaming nella progettazione. Per rispondere a tale sfida, è stato presentato durante l’incontro uno strumento di analisi che può supportare l’azione, il Gender Analysis Matrix, utile sia in contesti di cooperazione, che in contesti locali di sviluppo di servizi e progetti. 

La sfida non è semplice e le lacune restano molte. Come segnalato da uno dei relatori in un articolo apparso sull’Huffington Post poco dopo l’incontro, al ritmo attuale ci vorranno 286 anni per raggiungere l’uguaglianza legale tra uomini e donne a livello globale.

Le relatrici e relatori dell’incontro: 

Barbara Poggio – Prorettrice alle politiche di equità e diversità presso il  Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento

Bernardo Monzani – Presidente della prima Agenzia per il Peacebuilding in italia. Ha lavorato per le missioni di pace delle Nazioni Unite in Liberia e Haiti, e per varie organizzazioni non-governative di peacebuilding negli Stati Uniti e in Europa.

Roberta Zambelli – Progettista esperta in gender studies presso il Centro per la Cooperazione Internazionale

Rivedi l’incontro completo qui sotto

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