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l documentario ricostruisce le indagini avviate dai colleghi del giornalista Pavel Sheremet, ucciso a Kiev nel 2016 e le cui inchieste disturbavano le autorità bielorusse, russe e ucraine. A introdurlo ci saranno Danilo Elia, giornalista della redazione Rai di Trento ed esperto di Ucraina, e Valentina Vivona, ricercatrice di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT /CCI) sul tema della libertà di informazione.

La macchina del giornalista bielorusso Pavel Sheremet è esplosa il 20 luglio 2016 a Kiev, in Ucraina. Perseguitato – e incarcerato, nel 1997 – nel proprio paese per le sue inchieste, Sheremet si era trasferito nella capitale ucraina per godere di una maggiore libertà di espressione presso la redazione dell’indipendente Ukrainskaja Pravda. Sebbene la sua morte sia stata definita “un omicidio” anche dalle autorità del luogo, il suo assassino o i suoi assassini non hanno ancora un nome. OCCRP, collettivo giornalistico internazionale che indaga su crimine organizzato e corruzione, ha raccolto e analizzato gli indizi a disposizione, svelando le ragioni politiche dietro all’impunità del crimine nel documentario “Killing Pavel”.

Danilo Elia traccerà una breve biografia del giornalista Sheremet, evidenziando come la sua voce, sempre critica contro il potere, negli ultimi anni si fosse alzata più volte contro il conflitto russo-ucraino in Donbass e Crimea. Il giornalista rimarrà a disposizione per commentare gli elementi che emergeranno durante la visione del documentario, come la problematica della corruzione, sistemica in Ucraina.

L’intervento di Valentina Vivona verterà sulla parola “impunità”, parola chiave del documentario ma anche termine che descrive lo stato dell’informazione nel mondo dove nove crimini contro i giornalisti su dieci rimangono senza colpevole. I recenti omicidi di Jan Kuciak e Daphne Caruana Galizia mostrano che la problematica è anche europea, come confermato anche dall’ultimo World Press Freedom Index di Reporter Senza Frontiere. Un tema, quello della libertà di stampa, al quale OBCT dedica da cinque anni il progetto di sensiblizzazione e informazione “ECPMF – European Centre for Press and Media Freedom”, che ha portato alla creazione del grande archivio online Resource Centre on Media Freedom.

L’iniziativa gode del patrocinio di Amnesty International e del Trento Film Festival ed è promossa dal Centro per la Cooperazione Internazionale, dal Forum trentino per la Pace e per i diritti umani, dall’Università di Trento, dal Network Scholars at Risk e dall’Associazione Kaleydoskop.

 

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